È un tardo pomeriggio di Maggio dopo una lunga giornata di interviste riguardanti Sharp Objects di HBO, e il regista ed editore della serie Jean-Marc Vallée sta ripensando alle afose giornate estive che ha passato in Georgia per girare la serie drammatica, adattamento del primo romanzo di Gillian Flynn. Solo il ricordo delle riprese lo sfinisce – ecco perché l’affermazione esasperata: “Il caldo e l’umidità…“, inizia, massaggiandosi le tempie. “Ero sudato. Ero stato punto da tutti quegli animaletti. Mi ero fatto male“. Indica delle cicatrici sulla sua pelle. “Ero fuori dalla mia zona di comfort. Sono state le peggiori riprese della mia vita“.
Ma non vi preoccupate: dice queste cose col sorriso sulle labbra. Dopo tutto, tutto quel sangue e quel sudore (e forse anche lacrime) hanno contribuito alla realizzazione della sua seconda serie TV drammatica che ha già attirato critiche entusiaste per il suo stile lento e il suo contenuto crudo.
Due mesi fa Vallée non avrebbe potuto sapere quale sarebbe stata la reazione oggi. Rideva perché aveva appena rivelato – o piuttosto, era meravigliato – che le riprese di Sharp Objects fossero finite, nonostante tutti gli ostacoli incontrati per strada. Per la maggior parte sono stati autoimposti, ammette: era lui che all’inizio non aveva voluto realizzare la serie, non fino a quando l’attrice Amy Adams ha convinto il regista franco-canadese a dar seguire al suo primo progetto alla HBO – Big Little Lies, grazie al quale ha vinto un Emmy – con un altro, senza alcuna pausa tra i due. “Non avrei mai scelto questo tipo di progetto“, afferma. “Ero stanco dopo Big Little Lies e volevo più tempo per la preparazione, per fare ricerche e fare i miei compiti. Ma dato che Amy mi ha offerto l’invito, ho detto, ‘Sì, ok. Lo faccio’.“
Ma onestamente, aggiunge, non riusciva proprio a capire il perché dovesse essere lui a stare dietro la telecamera: “Voglio dire, guarderei questo tipo di serie, ma farla? Io?“
Sì, non è così insensato questo pensiero, dato il suo curriculum. Sharp Objects parla di violenza generazionale e di abuso emotivo, come Big Little Lies. Si concentra su madri e figlie, rabbia e dolore, come Wild, l’adattamento di Vallée del 2004 delle memorie di Cheryl Strayed. Ed è uno studio su un personaggio, simile a Demolition del 2015. Quando EW fa notare questa cosa a Vallée, lui ride. “Devo chiedere al mio psicologo cosa sta succedendo“, scherza. “È vero. [Sharp Objects e Big Little Lies] condividono il DNA, ma, voglio dire, è andata semplicemente così.“
La cosa che lo preoccupava di più di Sharp Objects era il dubbio se sarebbe stato in grado di portare a termine il compito, di raccontare una storia delicata, in modo delicato. Mostrare le cicatrici per la prima volta nel pilot l’ha disorientato in modo particolare: “Ero preoccupato“, ricorda. “La prima volta in cui vediamo le cicatrici, dobbiamo vederle per bene. Deve essere volubile. Quello è stato complicato“. La showrunner Marti Noxon ricorda un Vallée preoccupato, che richiedeva spesso modifiche al copione, con sua costernazione: “Il suo processo è avere tutto sulla pagina, ma vuole anche un sacco di spazio da riempire visivamente, quindi tagliavamo e poi diceva, ‘No, è troppo corta’“, dice ridendo. “E poi aggiungevamo scene e vedevamo quelle scene andar via! Ma poi tutte le mie paure che le qualità essenziali della lingua potessero perdersi sono svanite non appena ho visto il prodotto finale“.
Soprattutto Vallée dice che rimpiange il non aver avuto abbastanza tempo per costruire delle playlist per tutti i personaggi. Essendo un noto fan della musica incorporata al suo lavoro – non in termini di colonne all’interno delle scene, ma avere personaggi che interagiscono con la musica stessa – Vallée dice che avrebbe voluto dare a tutti un sound specifico. Ma, afferma, almeno ha trovato quello giusto per Camille: quello dei Led Zeppelin.
È molto entusiasta della scelta fatta, e prende il telefono per riprodurre la canzone che rappresenta la natura ribelle di Camille: What Is and What Should Never Be. “È la violenza, l’esplosione del rock“, dice meravigliato. “Sanno come suonare questo sexy rock and roll“. Muove a tempo la testa e poi lascia andare la mano quando subentra la chitarra, per circa 25 secondi. “Andiamo!“
Ma subito dopo arriva il momento di andare a fare la sua prossima intervista. Vallée sospira, mette in pausa la canzone e mette via il telefono.
Sharp Objects va in onda ogni domenica su HBO. In Italia la serie arriverà a settembre su Sky Atlantic.